mercoledì 20 maggio 2015

Al XIII Salone d'Impresa le strategie per una nuova crescita dell'economia veneta

A villa Contarini di Piazzola (Pd) due giorni di confronti tra gli industriali del Nordest. Azzariti: “Crediamo nella ripresa basata sulle innovazioni e le idee”. Le esperienze dei progetti Innovarea, Elite e degli imprenditori dell’Ucid di Padova



Riprendere a investire, sia sulle persone che sui fondamentali; tornare a girare il mondo, internazionalizzando sia nelle idee che nei prodotti e servizi; rimettere al centro l’imprenditore, con la sua creatività e voglia di fare; tornare a innovare nei prodotti e nei servizi, nonché a integrare persone, manager, attività e processi produttivi. Ecco i cinque ingredienti della nuova crescita. L’uscita dal tunnel della crisi, i temi della ripresa economica e la capacità di ritornare a progettare in una logica di sviluppo, e non solo di contenimento dei costi, sono stati i temi al centro del XIII Salone d’Impresa, due giorni di confronti tra trecento imprenditori del Nordest che si sono tenuti venerdì 22 e sabato 23 maggio a villa Contarini di Piazzola sul Brenta (Padova). L’evento è stato realizzato in collaborazione con la Regione Veneto-Assessorato allo sviluppo economico e a Unioncamere del Veneto, con la partnership dell’Ucid-Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti di Padova e Gruppo Veneto.



“Per tornare a crescere: lezioni imprenditoriali e manageriali per costruire il prossimo futuro” è stato il titolo che ha contraddistinto questa tredicesima edizione. «I progetti presentati e le esperienze degli imprenditori ascoltate durante i vari incontri hanno dimostrato che i due modelli principali di crescita, quella cosiddetta hard basata sugli investimenti e quella soft basata sulle innovazioni e le idee, possono combinarsi favorevolmente», ha commentato Ferdinando Azzariti, presidente di Salone d’Impresa, «noi crediamo molto nella crescita soft, perché è quella che ha originato il modello dei distretti e delle medie imprese. Ma per percorrerla è necessario operare con modalità nuove: internazionalizzare guardando sempre più ai mercati dei Paesi in crescita; investire in persone e formazione; imprenditorializzare l’impresa, creando responsabilità e ruoli nuovi; innovare nei prodotti e nei servizi, nonché integrare imprese, sistemi, reti e persone».

La due giorni di lavori ha preso il via, venerdì pomeriggio, con la testimonianza di cinque aziende - Tapì di Massanzago (Pd), Came Group di Dosson di Casier (Tv), Dolciaria Loison di Costabissara (Vi), Zhermack di Badia Polesine (Ro), Sovema di Villafranca di Verona - cosiddette “antifragili”, ovvero capaci di crescere anche durante la crisi economica. Si tratta di casi analizzati all’interno del progetto “Innovarea”, promosso da Confindustria Veneto e Università di Ca’ Foscari, in colla-borazione con la Regione, e illustrato dal professor Carlo Bagnoli e dal presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato. Il progetto ha individuato circa 400 aziende venete “antifragili”, definitive “significanti” in quanto rilevanti per lo sviluppo del territorio in cui sono insediate. In due anni il progetto “Innovarea” ha creato gli osservatori permanenti dei trend e delle imprese, ha elaborato il manifesto della strategia Innovarea e ha promosso diversi eventi per premiare le strategie innovative e diffonderle nel tessuto industriale veneto. «L’analisi delle imprese di successo condotta dall’Osservatorio ha permesso di mappare i modelli di business delle imprese venete più performanti, che sono state in grado di affrontare con successo il nuovo contesto economico internazionale», hanno spiegato Bagnoli e Zuccato.


Di strumenti a disposizione delle aziende per tornare a crescere ha parlato Luca Tavano, Primary Markets Relationship Manager di Borsa Italiana e responsabile per le relazioni con le società di piccole e medie dimensioni del Nordest. Tavano ha illustrato il progetto Elite, iniziativa che si propone di accelerare la crescita delle società attraverso un innovativo percorso di sviluppo organizzativo e manageriale, con l’obiettivo di rendere imprese già meritevoli più competitive e attraenti nei confronti degli investitori, offrendo alle aziende selezionate una piattaforma di strumenti e servizi pensata per prepararsi al reperimento dei capitali, cogliere nuove opportunità di visibilità e networking e facilitarne l’avvicinamento ai mercati finanziari. «Il progetto Elite si rivolge alle società di piccole e medie dimensioni che desiderano crescere e internazionalizzarsi e le sostiene in un cambiamento culturale e organizzativo», ha spiegato Tavano, «siamo orgogliosi che il programma, che coinvolge oggi 271 società in tutta Europa, si stia dimostrando un sistema virtuoso, in grado di aiutare le società a crescere e ad aprire il proprio capitale».


I lavori di sabato 23 maggio sono stati dedicati, invece, alla presentazione di due strade innovative per la crescita, che già diversi imprenditori hanno iniziato a percorrere.


La prima è quella della “Strategia d’impresa per il bene comune”, una nuova modalità di coniugare crescita ed equità presentata dall’Ucid-Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti. Al Salone d’Impresa sono intervenuti il presidente dell’Ucid di Padova, Flavio Zelco, e il past president nazionale Angelo Ferro, insieme ad alcuni imprenditori che hanno portato esempi concreti di imprese che hanno sposato questa nuova strategia. «In una società caratterizzata da un forte individualismo e relativismo etico, favorito tra l’altro dalla prevaricazione della finanza speculativa rispetto all’economia d’impresa», ha spiegato Flavio Zelco, «ci sono imprenditori che ritengono loro re-sponsabilità testimoniare i grandi ed immutabili valori della Dottrina Sociale della Chiesa, perché come dice Papa Francesco nella Evangelii gaudium “La vocazione di un imprenditore è un nobile lavoro, sempre che si lasci interrogare da un significato più ampio della vita; questo gli permette di servire veramente il bene comune, con uno sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo”. Ecco perché riteniamo che far vedere come vi siano imprenditori e dirigenti che ritengono loro impegno applicare buone pratiche per un mondo migliore, soprattutto per le giovani generazioni, possa essere di stimolo a “Costruire il prossimo Futuro”».


La seconda strada illustrata è stata quella delle reti d’impresa e delle aggregazioni. Nell’occasione è stato presentato il progetto regionale “RIS3”, legato alla programmazione comunitaria a supporto della ricerca, l’innovazione e l’imprenditorialità. Sono state illustrate diverse testimonianze di forme ed esempi di aggregazioni e reti già sviluppate nel Nordest. Tra i relatori anche Paolo Candotti, direttore generale di Unindustria Pordenone.