lunedì 6 maggio 2013

Il self-publishing: un’innovazione che va controllata

Abbiamo già parlato di self-publishing, di book on demand, degli editori e del loro ruolo, ma quali sono effettivamente i pro e i contro del poter pubblicare liberamente i propri libri bypassando autori, editori, catene di distribuzione e di promozione e tutta la macchina che una volta ruotava dietro questo complesso sistema?


I libri che un autore pubblica autonomamente, come molti fanno spesso notare, non vengono scelti infatti da alcun editore (e quindi non vengono sottoposti all’attenzione di un lettore esperto), non passano nessun criterio di revisione o correzione e non subiscono controlli di alcun tipo. Questo sta a significare che, rispetto alla stampa di un libro comune, acquistando un e-book autoprodotto ci possiamo trovare di fronte a qualsiasi cosa. E, di conseguenza, anche ad informazioni errate, non del tutto verificate, tendenziose oppure semplicemente mal presentate, con errori sintattici o grammaticali che tutti – anche gli autori più famosi – senza un revisore che si occupi di “scremare” le bozze, commettono. 

A favore, vi sono però alcuni meccanismi che potrebbero favorire l’uscita, da parte di alcune opere autonomamente prodotte, e qui  all'Univeristà Popolare degli Studi di Milano abbiamo diversi esempi, dal circuito “ristretto” rappresentato dall’editoria tradizionale: è indubbio infatti che un saggio, una raccolta di poesie, un romanzo o semplicemente una guida accurata, se sottoposta al veto di una comunità di utenti, può diventare comunque “selezionata” da chi, premiandola rispetto ad altre opere, la vota quasi automaticamente in modo positivo. Insomma, una specie di selezione naturale di libri che premia i migliori.

Solo il tempo potrà stabilire se l’editoria indipendente faccia bene al sistema come è capitato in ambito musicale quando, lo svincolo dalle major, ha permesso di conoscere e far conoscere artisti che altrimenti sarebbero rimasti nell’ombra. Concludendo, tuttavia, va sottolineato un concetto globale che, dalla nascita di circuiti come quello del self-publishing in poi, va tenuto in ampia considerazione: quello cioè legato all’enorme speculazione che, nel campo dell’editoria, è nata e va di pari passo con le opportunità di farsi “notare”. A questo proposito va raccomandato agli autori di affidarsi sempre a fonti attendibili (ad esempio, portali come Stampalibri.it). Poiché, come si è detto finora, la promozione dei propri libri è svincolata dalla produzione stessa di questi ultimi (è il grande vantaggio di autoprodursi), bisogna diffidare da tutti quegli editori che chiedono, in cambio di pubblicazione, grosse cifre di denaro ostentando influenza sul mercato o grandi capacità promozionali e manageriali.


Fonte: http://stampalibri.it