giovedì 13 agosto 2015

COME COMUNICA UN'AZIENDA

Che tu sia un semplice blogger o il direttore marketing di una grande azienda non fa alcuna differenza: l'immagine è tutto e non è il marketing che lo ha deciso. Semmai il marketing ha avuto il pregio di creare delle semplici regole di comportamento, definendo norme nella comunicazione di una attività aziendale o noprofit che sia. E non solo nella comunicazione di un prodotto o di un servizio: ma anche di una idea, di un progetto, di un obiettivo.  

Un noto proverbio dice “L'abito non fa il monaco” per dire che non bisogna soffermarsi all’apparenza per scoprire ciò che si ha di fronte.
Peccato che la realtà sia un’altra.
Il nostro cervello, che lo si voglia o no, impiega spesso solo una frazione di secondo per valutare una cosa nuova e dare un giudizio. È ciò che gli psicologi chiamano "inferenza".  Abbiamo quindi pochi secondi per stabilire un buon rapporto attraverso il canale della comunicazione non verbale, per esprimere la nostra essenza, per comunicare il nostro messaggio.

Per qualsiasi attività tu svolga, specialmente se si tratta di una attività non conosciuta, l'identità, la prima impressione è molto importante. Più importante a volte del contenuto. 
L’identità di una azienda, di qualsiasi attività, va costruita, e una volta che la si è creata si deve stare attenti a curare tutti i dettagli per non perdere credibilità
Per questo cercheremo di stilare una sintetica checklist utile da tenere a mente per non perdere coerenza comunicativa.
LA CORPORATE IMAGE 
 
Sia che tu abbia un semplice blog, o un canale Youtube come Favij, o tu sia al timone di una delle più importanti multinazionali come Google, quando si parla di una azienda dobbiamo pensare come se avessimo da curare l'immagine di un essere umano.  Ciò che contraddistingue la tua attività e la differenzia dalle concorrenti è l'identità. Come quella di un personaggio o di una persona in carne ed ossa anche quella di una azienda va costruita nel tempo, giorno per giorno, in modo da essere riconoscibile dagli utenti, stimata e apprezzata. Ma soprattutto ricordata. 
L’immagine di una azienda deve rispettare la sua mission, gli obbiettivi, il target, lo stile, i metodi manageriali e la comunicazione a 360°, interna, esterna, di prodotto, visiva. Tutti gli elementi devono essere coordinati fra loro in modo armonico, come a costruire una melodia senza stonature.
Con immagine coordinata si intende generalmente in ambito comunicativo l’immagine grafica, l’identità; visiva dell’azienda, ciò che andremo ad analizzare.
Il set aziendale di base è costituito da:
  • Logo (o logotipo) e marchio. Non sono  sempre la stessa cosa. 
  • Carta intestata e busta coordinata alla carta intestata, biglietto da visita
  • Volantini, manifesti, brochure, ecc 
  • Sito web
  • Social Network (ormai indispensabili) 
Utilissimi spunti ed ispirazioni si possono trovare nella molto famosa serie di libri Letterhead & Logo Design, dell’editore americano Rockport Publishers specializzato in questo genere di pubblicazioni.
Oltre questi ci sono ulteriori elementi che non vanno persi di vista, primo fra tutti la brochure illustrativa dell’attività; o dei principali prodotti dell’azienda, seguito dalla pubblicità, predisposta per qualsiasi mezzo, dal cartaceo, al televisivo, al web. Per realizzare carta intestata, buste biglietti da visita volantini, pieghevoli, manifesti e brochure esistono servizi on line come Flyeralarm. Servizi come questo vi faranno risparmiare tempo e soldi. 
I vari elementi visivi devono tutti essere correlati fra loro e seguire lo stesso filo narrativo senza deviazioni.
Il set aziendale di base può subire dei restyling nel lungo periodo. È logico anche per gli elementi di sostegno al marchio, come il packaging, che sono dei puri prodotti creativi e, in quanto tali, non devono essere ripetitivi altrimenti diventano monotoni per chi riceve il messaggio.
IL VISUAL, QUESTO SCONOSCIUTO 
Il visual da utilizzare nelle brochure o nel sito web non servono semplicemente come abbellimento ma devono concorrere a comunicare la mission dell’azienda. 
Innanzitutto devono utilizzare delle ottime foto professionali, non ci si può affidare a scatti “casalinghi”, benché certamente meno costosi. Non ci crederete ma questo è l'errore che commettono anche validi imprenditori: affidarsi a scatti effettuati frettolosamente con smartphone  o di scarsa efficacia per presentare la propria attività. L'immagine è tutto: non avrete una seconda opportunità per farvi notare.
Se non volete rivolgervi a un fotografo professionista, potreste partire dalle numerose immagini che raccolgono i migliori scatti di professionisti dell’obbiettivo. Una lista di banche immagini free, oppure con poca o media spesa potrete usufruire dei servizi di Getty Images, ShutterStock, Veer e tanti altri.
MARCHIO O LOGOTIPO? 
Il marchio è il nome dell'azienda, il logotipo è la sua descrizione grafica. A volte marchio e logotipo sono indistinguibili tra loro (pensate al marchio della Coca Cola). Generalmente con la parola "logo" si intende sia marchio che logotipo. Ma non sempre è così.  Il Marchio Nike ad esempio si è evoluto nel tempo per assumere la classica immagine a sbuffo. Ma anticamente era la scritta NIKE ad assumere una valenza "comunicativa". Il marchio ha lasciato in questo caso spazio al logo proprio perché ormai la grafica Nike è diventata una icona universale.
Un logo o logotipo è la scritta che solitamente rappresenta un prodotto, un servizio, un'azienda o un'organizzazione. Tipicamente è costituito da un simbolo o da una versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che prevede l'uso di un lettering ben preciso (normalmente realizzato ad hoc per lo scopo). Il marchio è un qualunque segno suscettibile di essere rappresentato graficamente, in particolare parole, compresi i nomi di persone, disegni, lettere, cifre, suoni, forma di un prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché siano idonee a distinguere i prodotti o i servizi di un'impresa da quelli delle altre.
TENIAMO PRESENTE CHE 
  • Il Marchio è il nostro biglietto da visita e racchiude in sé l’essenza dell’azienda.
  • Il suo simbolismo deve con un segno esprimere e identificare contenuti a volte anche molto difficili La sua durata deve essere illimitata, deve sopravvivere a tutte le possibili esigenze ed evoluzioni che un’azienda può decidere di attuare nel corso degli anni. 
  • Una campagna pubblicitaria può avere vita breve ma un marchio deve oltrepassare ogni moda del momento e resistere all’usura del tempo. 
Se la vostra attività è ancora ignota al pubblico, dovrete dotarvi di un marchio significativo. Registrarlo presso la camera di commercio per non farvelo copiare, e creare il cosiddetto "manuale d'uso".
Per creare un marchio i costi vanno da 2000 € a circa 100.000 €. La differenza dipende dall'agenzia che interpellerete per coniare la vostra immagine di appartenenza.  Se il vostro budget è limitato vi consigliamo alcuni dei servizi della rete come LogoTournament, dove con poche centinaia di euro avrete la possibilità di orientarvi tra migliaia di grafici professionisti a disposizione per creare la vostra eccellenza visiva. 
Pensiamo ad esempio al marchio Apple. Quanti di voi conoscono il primo marchio, quello in bianco e nero?
In origine, il marchio della compagnia era qualcosa di totalmente inadatto al mercato e al prodotto. Il nome Apple prese origine dalla “mela” che cadendo sulla testa di Isaac Newton fece balenare al fisico la teoria dei gravi. Il logo originario riproduceva Isaac Newton intento a leggere un libro appoggiato ad un melo. Steve Jobs però si dimostrava poco soddisfatto del risultato e commissionò a Rob Janoff dell’azienda Regis McKenna il restyling del marchio. Quello nuovo raffigurava una mela colorata a strisce con i colori dell’arcobaleno, che divenne il simbolo dell’azienda fino al 1999. Il morso alla mela sembra invece nascere da un gioco di parole, con byte (8 bit) e bite (morso). Il tutto venne semplificato, prima solo con la mela, poi, con lo slogan “taking a bite of the Apple” (dove “bite”, morso, è pronunciato nello stesso modo di “byte”, l’unità di misura delle informazioni digitali) e infine modificando ulteriormente il logo, aggiungendo un morso che rendesse il prodotto simile al "peccato originale" con cui Adamo rinunciò all'Eden in cambio di un bene terreno. Un bene costoso ma che evidentemente era appetibile quanto la libertà. Il marchio Apple spopolò anche per le sue tinte multicolori che tanto costarono ma anche tanto resero in termini di visibilità, perfette per una generazione legata alla policromia come quella di fine anni 80 inizio 90.
Questo può darvi una idea della potenza del marchio nella strategia comunicativa di una azienda. 
La registrazione del marchio presso la Camera di Commercio è una operazione molto semplice e non comporta che poco più di un centinaio di euro di investimento e un paio di giorni di tempo (sul territorio italiano). Sarete così al sicuro dalla possibilità che qualun'altro vi porti via l'immagine della vostra attività. informatevi presso la Camera di Commercio della vostra città. 
Tutte le linee guida di comportamento sul trattamento dei logo e dei colori aziendali di cui abbiamo parlato sono generalmente raccolti in quello che è comunemente chiamato manuale d'uso. Il manuale d'uso del marchio non è legato solo alle attività commerciali. È presente anche negli enti pubblici. Ad esempio il Comune di Torino, la Regione Piemonte, la Regione Sardegna, ma anche Università, come la più antica d'Italia, quella di Bologna
Particolarmente utile nel caso di grosse multinazionali con diverse filiali in tutto il mondo, il Manuale d’immagine contiene tutte le linee guida necessarie alla corretta riproduzione dell’identità; visiva di un’azienda ed è un ottimo strumento di comunicazione interna.
Le annotazioni di questo documento sono generalmente molto precise e vanno dalla completa e dettagliata descrizione del logotipo aziendale e sue varianti, dimensioni, font, proporzioni, sfondi su cui utilizzarlo, colori espressi in notazione tipografica internazionale, all’impaginazione degli stampati, brochure, modulistica, merchandising, arredo dei punti vendita, disposizioni delle insegne, packaging.

RIASSUMENDO 
Ecco una brevissima checklist da tenere sempre sottomano nel caso in cui il lavoro che stiamo svolgendo sia per una azienda che non dispone del proprio manuale d’immagine.
Non variare il logo. Un marchio ha sicuramente una storia: cerchiamo di capire come è nato, quando è nato. Variare un marchio sarebbe come fare una plastica facciale a una persona. Non si riconoscerebbe più. Ci devono essere validi motivi per variare un marchio, e vanno documentati,
Rispettare i colori istituzionali. Se sono stati scelti quei colori c’è sicuramente una motivazione dietro, se invece sono stati scelti a caso comunque non spetta a noi modificarli, a meno ovviamente che non ci sia stato richiesto un restyling dell’immagine aziendale.
Creare legami semantici fra i diversi piani visivi. Facciamo in modo che tutti gli elementi che costituiscono l’oggetto grafico che dobbiamo creare concorrano a creare il messaggio, colleghiamo fra loro le immagini, con gli sfondi e i testi e l’insieme risulterà; più armonico. Realizzare un coordinato aziendale adatto alla vostra attività sfruttando i vari servizi presenti su web. 
Ovviamente non è sufficiente questo breve articolo per comprendere tutto quanto venga appreso da un esperto in visual che dedica anni della propria vita per comprendere le tecniche di comunicazione visiva. Ma speriamo di avervi dato almeno modo di comprendere le difficoltà di questa attività. E approfondire tali aspetti. Abbiamo visto come il creare degli elementi d’immagine visiva coerente con l’idea che l’azienda vuole dare di sé e del suo lavoro serva a rendere più forte l’identità. Per sapere come trasmettere questa identità attraverso i social network, prepareremo un successivo articolo. Affronteremo così due argomenti spinosi ma molto importanti: la scelta e l'impostazione  del sito web e l'uso dei social network per il successo della vostra attività. Continuate a seguirci.  Domande? Scrivete a redazione@gravita-zero.org