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lunedì 23 ottobre 2017

CRISTINA BENUSSI: NUOVA PRESIDENTE DELL'UNIVERSITÀ POPOLARE DI TRIESTE

Nominata all'unanimità, è la prima presidente donna dell'Università Popolare di Trieste e succede a Fabrizio Somma. Professoressa di Letteratura, è la prorettrice dell'Università. Ma dobbiamo ricordare che la prima ad assumere la massima carica di una Università Popolare in Italia è stata la giudice Tina Lagostena Bassi, Rettore Magnifico dell'Università Popolare di Milano fino al 2008. 



La professoressa Cristina Benussi è la nuova presidente dell’Università Popolare di Trieste, nominata l'11 ottobre 2017 all’unanimità dal consiglio di amministrazione dell’ente morale, riunitosi nella sede di piazza Ponterosso. È la prima presidente donna dal 1989, data della fondazione dell'Università, e succede a Fabrizio Somma, dimessosi a fine settembre.

Membro del CdA come rappresentante della Regione Fvg, Benussi – nell’accogliere con particolare soddisfazione la nomina – ha sottolineato che intende valorizzare il ruolo dell’ente, ricordando le importanti motivazioni alla base della sua costituzione e rispondendo alle aspettative dei soci, attraverso una gestione amministrativa trasparente e un’organizzazione capace di motivare le persone, con attività formative adeguate.

Professoressa di Letteratura italiana contemporanea, è stata direttrice del Dipartimento di Lingue e letterature straniere, presidente del corso di laurea in Lettere e preside della Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli Studi di Trieste. Attualmente è Prorettrice con delega ai Rapporti con il territorio ed eventi culturali e alla Ricerca scientifica e tecnologica.


Ma la prima in Italia a ricoprire una carica di questo livello in Italia fu la giudice Tina Lagostena Bassi, Rettore dell’Università Popolare degli Studi di Milano fino al 2008. Meglio conosciuta dal pubblico come "la giudice di Forum", programma televisivo molto popolare ai tempi.


Laureatasi in giurisprudenza all'Università di Genova, con il professor Giuliano Vassali, inizia la sua carriera come primo assistente alla cattedra di diritto penale sempre all'Università di Genova. In quegli anni diviene amica di Fabrizio De Andrè. 

In seguito si specializza divenendo titolare della cattedra di Diritto della Navigazione presso l'università di Parma dal 1971 al 1972. Dal 1973al 1975 lavora all'ufficio riforme del Ministero di Grazia e Giustizia. Era la rappresentante italiana al Convegno Mondiale per la Pace svoltosi a Praga nel 1983. 

Diventa nota nei tribunali italiani come uno dei principali e più agguerriti avvocati per la difesa dei diritti delle donne, a tal proposito celebre l'aver difeso i diritti di Donatella Colasanti contro Angelo Izzo nel processo sul massacro del Circeo, e della vittima di stupro nel primo processo per stupro ad essere filmato e mandato in onda dalla RAI.

Celebri le sue arringhe in cui, con termini asciutti, descriveva la violenza subita dalle sue assistite rompendo così un muro di silenzio che esisteva sia nella società sia nel mondo dei tribunali sulla questione della violenza sessuale. 

In linea con il suo impegno per le cause femminili diventa una delle socie fondatrici del Telefono Rosa Nel 1994 si è candidata alla Camera dei Deputati con il sostegno dal Polo della libertà nel collegio uninominale Firenze 2 ove, avendo ottenuto il 19,9% dei voti, viene sconfitta dall'esponente dei Progressisti Sandra Bonsanti e per la quota proporzionale nelle liste di Forza Italia, ove invece è risultata eletta nella circoscrizione XII-Toscana. 

Nella XII lesgislatura è stata membro della Commissione Giustizia della Camera dei deputati e coautrice nel 1996 della legge contro la violenza sessuale n. 66/96. Dal 1994 al 1995 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Nazionale parità e pari opportunità uomo-donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri essendo inoltre componente del gruppo sulle pari opportunità della Comunità Europea. Ha ricoperto l'incarico di Capo delegazione per l'Italia nei lavori preparatori della IV Conferenza Mondiale ONU sui diritti della donna svoltasi a Pechino nel 1995. E' stata parte fondamentale dell'Università Popolare degli Studi di Milano lavorando con enorme energia fino alla sua fine. Malata da tempo, si spegne a Roma a 82 anni. I suoi amici la ricordano anche dedicandole una puntata di Forum intitolata "Ciao Tina!"




domenica 30 settembre 2012

IL MINISTRO FRANCESCO PROFUMO A TRIESTE NEXT LANCIA IL «MINISTERO DELLA PERSONA»

Trieste, 30 settembre 2012 - «Oggi potrebbe essere opportuno pensare di unificare il ministero dell’Istruzione e il ministero del Lavoro in un unico Ministero della Persona. Siamo passati infatti da una società industriale a una società più liquida in cui i cittadini vanno seguiti e accompagnati per tutta la vita». È la sfida e la proposta lanciata dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo, intervenuto questa mattina con il ministro sloveno dell'Educazione, Ziga Turk, all’incontro Scienza, ricerca, impresa, nell’ambito della terza e ultima giornata della prima edizione di Trieste Next, il Salone Europeo dell’Innovazione e della Ricerca Scientifica.
«Il sistema italiano, fino a pochi anni fa, era il migliore - ha detto il ministro. Ma oggi soffre di una mancanza di organizzazione». Per modernizzare il sistema, secondo Profumo, è necessario affrontare sei punti fondamentali da inserire nell’agenda dell’Italia: 1. valorizzare le capacità e l’impegno delle persone, 2. promuovere la mobilità dei giovani: «Abbiamo bisogno che i nostri allievi, se sono bravi, vadano in giro per il mondo. Bisogna mescolare il sangue», 3. Trasparenza: «Questo è un paese poco trasparente. C’è una difficoltà nel rendere conto, nel rendere pubblici i dati e gli atti e questa debolezza deriva dall’insicurezza interna», 4. rispetto dei tempi: un «rispetto che non si impara a scuola. In Italia non sappiamo cos’è, il 50% per cento degli italiani non rispetta i tempi. Basta pensare ai costi sul debito pubblico delle infrastrutture che non sono state finite». E ancora, 5. semplificazione: «Vorrei avere un giurista vicino a me che mi dicesse, caso per caso, se è davvero necessaria una norma o, viceversa, se basta un atto di buon senso. In Italia mai nessuno è responsabile di nulla e normiamo tutto», 6. valutazione: «Questo è un paese che a parole ritiene che la valutazione sia importante ma se si tratta di valutare altri, quando invece gli altri devono valutare chiediamo regole ferree». Ecco «i valori da trasmettere alla scuola e alla società».

«Restituire centralità alla persona rispetto alla 'carta', al 'report'» è l’ulteriore l'indicazione del ministro per favorire il trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca all'economia. Profumo ha detto che «fino ad oggi si era pensato che il trasferimento tecnologico avvenisse con i report, invece la conoscenza si trasmette attraverso le persone. Questo, ha aggiunto, è il momento in cui serve pensare di più». Profumo, che ha auspicato una «rigenerazione continua per l'Italia, che ha relativamente poche aziende e non giovani», ha ricordato la «operazione cluster» che ha individuato alcune priorità da affrontare; da queste «occorrerà creare una comunità in cui aziende, scuola, ricerca, università siano sinergiche. In Italia - ha puntualizzato - questa idea non è stata governata sufficientemente, proprio perché non erano state individuate le priorità». Problema analogo in Slovenia: per il ministro Turk a fronte di «un sistema di ricerca molto solido», c’è «difficoltà a trasferire la ricerca all'economia». Profumo e Turk hanno convenuto sull’opportunità di integrare la ricerca slovena con il design e la tradizione italiana.

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